Esclusiva di Contrapposti. Gabriele Ceracchini – fondatore della religione “Neomondismo” e “frontman” dei fruttariani italiani ed europei- scrive al 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il motivo? “Gli scambi commerciali mondiali sono ancora governati dal dollaro -ha detto- e i possibili dazi danneggerebbero i fruttariani europei”.
I tre Senatori fruttariani repubblicani.
Ceracchini -fazione Liberanti- si dice contento che le elezioni americane siano state vinte con successo da Donald Trump: “E’ stato additato da molti, anzi da tutti, quale personaggio ‘complottista’, esattamente come fanno con noi (neomondisti e chi ha la visione della terra Piana, n.d.r.). Vediamo in lui un riferimento importante, capira’ le nostre esigenze e prerogative”. Pur criticando duramente Elon Musk, definito da Ceracchini “truffatore” -sarebbe un’invenzione la flotta di satelliti Tesla attorno alla terra- Ceracchini spiega che la lettera scritta da egli stesso verra’ recapitata ai “fratelli” in America che la consegneranno a uno tra i tre Senatori repubblicani fruttariani per farla avere nelle vive mani di Trump. Il fondatore del Neomondismo ha poi criticato Kamala Harris e Biden chiamando “Cabala” la prima e “Bidet” il secondo.
Dalla fazione opposta –Conservanti– Tony Cortese prende atto di alcune affermazioni di Ceracchini, non e’ invece affatto in accordo con lui su Elon Musk, definendolo innovatore e visionario, meritevole di un ruolo di spicco nella squadra di Governo. Cortese ha poi fatto un elogio a Bettino Craxi, in quella che nel 1985 fu chiamata “Crisi di Sigonella”, un conflitto diplomatico tra Italia e Usa senza precedenti. Si rischio’ uno scontro armato tra VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) e Carabinieri da una parte, e i militari della Delta Force (reparto speciale forze armate statunitensi) dall’altra, circa la sorte dei terroristi palestinesi che avevano dirottato la nave da crociera italiana Achille Lauro e ucciso un passeggero statunitense; ci fu una vera e propria rottura politica tra il Presidente del Consiglio Italiano e l’allora Presidente Usa Ronald Reagan. Sempre tra i Conservanti, e’ il regista radiotelevisivo Matteo Lupini a tirar fuori le carte sugli “import/export” tra Italia e Usa: “Non conviene a Trump usare dazi contro l’Italia -dice-, visto che siamo anche noi un forte Paese importatore dagli Usa”, motivo per cui, secondo Lupini, Trump ha inserito in lista tra i sette Paesi “piu’ strettamente amici” anche l’Italia.
Come sempre a dare una nota esilarante alla trasmissione, la presenza di Pinzimonio (alias Maurizio Neri), cui e’ affidata “motu proprio” l’interruzione del dibattito per dare la linea alla pubblicita’.
Molto omesso in questa scheda riassuntiva, sono stati mandati i contributi di Gianluigi Paragone, un servizio sui programmi dei due candidati alle presidenziali Usa da Corriere Tv (Corriere della Sera), un servizio su “essere fruttariani” con Ceracchini da “Tagada’” de La7.