Il mercato delle auto elettriche sta vivendo una crescita considerevole a livello globale, trainato dalla crescente consapevolezza ambientale e dalle politiche governative volte a ridurre le emissioni di CO2. Nel 2023, le vendite di veicoli elettrici hanno superato i 10 milioni di unità, rappresentando circa il 14% delle nuove immatricolazioni mondiali. Questo dato evidenzia una svolta verso una mobilità più sostenibile, con un’espansione prevista nei prossimi anni grazie anche al miglioramento delle infrastrutture di ricarica e alla riduzione dei costi delle batterie.
Non ovunque, però, l’andamento delle immatricolazioni è omogeneo. In Europa, per esempio, le vendite non stanno raggiungendo i livelli sperati, e diverse case automobilistiche sembrano riconsiderare i propri piani: Volvo, ad esempio, ha abbandonato l’obiettivo di vendere esclusivamente modelli elettrici entro il 2030 a causa della riduzione della domanda ma, prima della casa svedese, anche Porsche e Mercedes avevano ridimensionato le loro strategie per il settore elettrico.
Nel frattempo, in Italia, Stellantis ha sospeso il progetto per la gigafactory di Termoli, mentre in Germania è stato bloccato quello di Kaiserslautern: lo stop a questi impianti, fondamentali per la mobilità elettrica, sollevano dubbi sul futuro del settore. Un altro segnale preoccupante arriva dalle vendite: a luglio 2024, le immatricolazioni di auto elettriche in Europa sono calate del 10,8% rispetto all’anno precedente. Se nel 2023 13,5 auto su 100 vendute erano elettriche, nel 2024 la percentuale è scesa a 12,5. Questi dati mettono in allerta sia produttori che consumatori.
E a rendere ancora più incerta l’evoluzione del mercato nel futuro prossimo venturo sono le leadership industriali e le politiche economiche dei singoli stati. Poi c’è il caso dell’Europa che, da una parte, in ossequio ai precetti del Green Deal vorrebbe mettere al bando entro il 2035 i vecchi motori a combustione, quelli cioè alimentati con i carburanti tradizionali e dunque più inquinanti, ma dall’altra annuncia un aumento dei dazi doganali (con il conseguente aumento dei prezzi delle auto elettriche cinesi), adottando una misura di protezionismo che dovrebbe tutelare l’industria automotive del continente ma che nella realtà penalizzerà le famiglie in forte difficoltà di fronte ai prezzi ancora proibitivi dei veicoli di nuova generazione.
La Cina, del resto, è comunque leader mondiale nel settore delle auto elettriche, con oltre il 50% delle vendite globali. La presenza di grandi produttori come BYD e NIO, e il sostegno governativo a livello di incentivi e investimenti, ha reso il Paese una potenza nel mercato EV. Gli Stati Uniti seguono, con Tesla che rimane il brand dominante, mentre il governo punta ad ampliare la rete di ricarica e a promuovere l’adozione di veicoli elettrici attraverso crediti d’imposta.
L’Europa gioca un ruolo centrale, con la Germania in testa, grazie a case automobilistiche come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz, che stanno investendo massicciamente nell’elettrificazione. Paesi nordici come Norvegia e Svezia sono pionieri nel settore, con alti tassi di adozione grazie a politiche governative molto favorevoli. L’industria automobilistica globale sta attraversando una fase di transizione, e le auto elettriche sono al centro di questa rivoluzione tecnologica e ambientale.
Ma quali scenari si profilano all’orizzonte? E paesi come l’Italia, che vanta il parco auto più vecchio d’Europa, riusciranno a rispettare le scadenze imposte da Bruxelles o alla fine trionferà il buon senso e la transizione avverrà in tempi più ragionevoli? Di questi e altri temi parliamo in questa puntata di Extra, il programma di approfondimento di Radio Roma News Tv con Claudio Micalizio: ospite in collegamento Pierluigi Bonora, direttore di Radio Aci, già firma de Il Giornale (di cui è stato a lungo caporedattore della sezione motori) e fondatore del Movimento di opinione #FORUMAutoMotive.