Aperto per Ferie con Elisa Mariani – Puntata di Giovedì 8 Agosto 2024
Estate 2024, cosa succede in città (e non solo)
Nell’immaginario collettivo, Roma è deserta nel mese di agosto. C’è la storica Lancia Aurelia B24 decappottabile che un giovanissimo Vittorio Gassman guida tra le vie centrali (e praticamente deserte) di una Roma nel pieno boom economico, nell’indimenticabile pellicola “Il sorpasso”. Negozi chiusi, silenzio inusuale, romani in villeggiatura, zero traffico: guardare Roma così fa uno strano effetto, ma a molti piace da impazzire.
I giorni attuali sono, però, un po’ diversi: la Capitale è affollata di turisti, i numeri degli accessi nella Città Eterna sono da record e trovare quella pace e quel silenzio non è così facile. Insomma una città diversa, una città che vuole essere scoperta e vissuta anche attraverso gli eventi che la animano in questo caldo agosto 2024. Qui, cerchiamo di raccontarvela con approfondimenti, curiosità, qualche spunto di attualità e soprattutto consigli utili (per tutti). Questo è “Aperto per Ferie“.
Morti sul lavoro, è un 2024 nero: da gennaio a giugno 469 vittime
Ospite in collegamento: Federico Maritan, Ingegnere e Direttore Tecnico “Osservatorio Vega”
È una delle grandi piaghe del nostro paese: la morte sul posto di lavoro. E, nonostante le campagne di sensibilizzazione, l’inasprimento delle pene, gli appelli delle sigle sindacali, continua ad essere un fenomeno drammaticamente in ascesa.
A testimoniarlo sono i numeri diffusi dall’Osservatorio Vega – Sicurezza e Ambiente: “Da gennaio a giugno 2024 si contano 469 vittime: 100 in più del mese scorso e 19 in più rispetto a fine giugno 2023. E a crescere del +5,2% sono ancora le morti in occasione di lavoro. Questo, purtroppo, è il dato più significativo e sconfortante, perché racconta l’emergenza insicurezza nei luoghi di lavoro”. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio, comincia così la narrazione dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sull’incremento dei decessi sul lavoro.
La mappatura della regioni a rischio: dalla zona rossa alla zona bianca
Sulla base dei dati, l’Osservatorio ha realizzato una mappatura delle regioni a rischio, quelle cioè dove l’incidenza delle morti è più alta e quelle, al contrario, dove si registrano meno infortuni e tragedie. A finire in zona rossa a fine giugno 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria. In zona arancione: Abruzzo, Puglia, Calabria, Lazio e Basilicata. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Piemonte e Liguria. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Molise, Marche e Veneto.
Sul sito www.vegaengineering.com/
C’è poi il fenomeno infortunistico per fasce d’età, un dato (anche in questo caso) preoccupante: quelli più a rischio sono lavoratori anziani. L’incidenza più elevata, infatti, si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza del 65,8), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 23,8). Male anche per gli stranieri: nei primi sei mesi dell’anno sono deceduti 81 lavoratori su un totale di 364, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 34,1 morti ogni milione di occupati, contro i 13,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Cambiare vita si può? Brianna Wiest ci consiglia come fare
Ospite in collegamento: Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia“
Partendo dalle sfide quotidiane con 101 riflessioni che cambiano il tuo modo di pensare, Wiest dà una visione del tutto nuova alle difficoltà della vita, definendole spesso “opportunità” che ci danno lo sprone necessario a conoscerci meglio e ad affrontare la nostra realtà personale. La sofferenza e la paura diventano così alleate del cambiamento. Ma è mai possibile?
Alzi la mano chi non ha mai dovuto superare un momento difficile o la fine di una storia d’amore, chi non si è mai sentito scoraggiato, demotivato o insicuro, chi non si è mai chiesto come smettere di crearsi problemi e poter finalmente raggiungere la felicità. La soluzione è più semplice di quanto si potrebbe credere: secondo la seguitissima giornalista Brianna Wiest, il trucco è ribaltare la prospettiva, imparando a vedere le difficoltà e gli ostacoli come opportunità di crescita e di conoscenza di sé. Solo così si riesce a trasformare la sofferenza in un’occasione per migliorarsi e prendere in mano la propria vita, rivoluzionandola giorno dopo giorno.
Wiest parla delle insicurezze e dei dubbi di ciascuno di noi. In questo viaggio alla scoperta del potere della mente, ci svela i comportamenti inconsci che ci impediscono di realizzarci, ci insegna a coltivare l’intelligenza emotiva, ci invita a superare i nostri limiti e a trarre il meglio dalle cose semplici e inaspettate.
Crescita difficile ma possibile
Il saggio di Wiest, tradotto da Luana Basconi, ha avuto un enorme successo nell’estate del 2021 grazie al passaparola e ha conquistato i lettori in tutto il mondo. Forbes e Cosmopolitan lo hanno definito una lettura imprescindibile per chi cerca di arricchire il proprio percorso di crescita personale.
E noi aggiungiamo che alcuni concetti basilari del nostro pensare assumeranno una sfumatura del tutto inedita quando finirete di leggere questo saggio. La paura non vi farà più paura. La felicità non vi sembrerà poi così tanto irraggiungibile. E non perché ci si deve accontentare, anzi. Le 16 domande che vi pone a un certo punto del percorso, vi metteranno in crisi. Obbligandovi a ridimensionare alcune vostre convinzioni e a scoprirete qualcosa di voi che provavate a ignorare, ma che covavate in latenza da troppo tempo.
Le regole fasulle della società
Brianna Wiest è una donna intelligente, creativa, bellissima e che sa il fatto suo. È una donna che aiuta donne e uomini a credere in loro stessi, al di là delle aspettative che la società ci impone come vincenti ma che di vincente hanno ben poco, se non indurci a pensare di essere dei falliti.
I suoi libri hanno venduto milioni di copie, compaiono sempre negli elenchi dei bestseller globali e sono attualmente tradotti in oltre 40 lingue. Brianna Wiest ha una laurea in ingegneria in inglese e un dottorato onorario in letteratura presso l’Elizabethtown College.
La Malaga di Eva è un tripudio di colori
Un gruppo di artiste donne di Malaga che, complice il loro talento, hanno cominciato a realizzare a mano coperture per proteggere i passanti dal sole, coperture realizzate con la tecnica dell’uncinetto.
Uncinetto, materiale riciclato e tanta buona volontà per creare molte tende dai colori sgargianti che, unite, hanno formato un unico grande tendone come copertura dalle calde e soleggiate giornate.
Come è nato il progetto?
Nato da un’idea di queste donne e promosso dall’Assessorato all’Ambiente e dalla sindaca, Jessica Trujillo. Il lavoro è stato coordinato dall’artista Eva Pacheco che ne ha elogiato non solo il grande sforzo ma anche il senso di unione che questo progetto ha portato alla popolazione. Attirando anche molti turisti che non hanno potuto non visitare questo prezioso centro storico. Per di più, senza il rischio di soffrire il caldo.
Un’iniziativa che dura ancora oggi, seppur con qualche cambiamento che non la rende meno importate, anzi: ne ha accresciuto la particolarità e il senso di unità. Le vie di questa piccola frazione di Malaga, ancora oggi, mostrano con orgoglio questa grande tenda colorata. A realizzarla, ora sono gli studenti del laboratorio di uncinetto per l’utilizzo di tessuti e materiali riciclati organizzato dal Dipartimento dell’Ambiente, gestito anch’esso sempre da Jessica Trujillo. Il progetto si è addirittura espanso in un’altra zona (Ermita), sotto richiesta e supervisione del sindaco del posto.
Questa iniziativa rappresenta non solo un impegno per il rispetto dell’ambiente, ma anche per promuovere il commercio locale e tradizionale.
Moda, i colori raccontano sempre qualcosa di noi
I colori dicono tanto di noi, forse tutto. Vi siete mai chieste perché compriamo quel maglioncino di cachemire lilla anziché quello rosso? Oppure perché quella gonna grigia vi mette di cattivo umore, mentre quella blu vi regala tanta energia? Sono reazioni psicologiche che vanno al di là della razionalità: ciò che indossiamo rispecchia il nostro umore, la nostra personalità e i nostri sogni.
Recenti studi americani hanno messo in luce una connessione tra colore, stato d’animo e riuscita di un progetto o di un appuntamento. In sostanza: esistono capi che portano fortuna? Evidentemente sì.
Fatta questa premessa, la redazione di Pink Magazine ha stilato una gamma di colori da indossare, per esempio, in un’occasione importante, in base alla personalità di ognuno di noi.
Vedi tutti i dettagli qui.
Concessioni, nessuna intesa col Governo: sciopero nazionale dei balneari
Ospite in collegamento: Maurizio Rustignoli, presidente nazionale Fiba Confesercenti
Gli imprenditori balneari scioperano, in piena stagione estiva, venerdì 9 Agosto. Per circa due ore terranno chiusi ombrelloni, lettini e servizi per chiedere al governo azioni concrete per tutelare il comparto, minacciato dalle imminenti gare per la riassegnazione delle concessioni. Se dunque avete intenzione di andare in spiaggia abbastanza presto, dovrete pazientare un po’, almeno fino alle 9:30.
Non tutti, però, hanno deciso di aderire allo sciopero: Federbalneari, che sul lungomare di Ostia rappresenta 45 stabilimenti su 67, ha scelto di non partecipare alla manifestazione organizzata da Federazione italiana imprese balneari (Fiba) e dal Sindacato italiano balneari (Sib). Una scelta che si spiega con una presunta trattativa con il Governo, che proprio in questi giorni dovrebbe riunirsi per affrontare l’argomento.
Altri stabilimenti, invece, sono pronti a scioperare. Intanto è arrivato l’appello del deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che ha invitato i cittadini ad “invadere le spiagge con i loro ombrelloni e asciugamani” durante la protesta degli stabilimenti: “Il governo sulle spiagge non ha preso in giro solo i balneari, ma tutti gli italiani”, sostiene Bonelli.
“In Italia gli stabilimenti, che sono aumentati del 26% arrivando a 7.244, fatturano quasi 10 miliardi di euro l’anno, ma lo Stato incassa solo 115 milioni di euro a causa dei canoni incredibilmente bassi. Le spiagge sono beni comuni e come tali li difenderemo dal governo Meloni. È ora di dire basta alla privatizzazione di un bene pubblico” conclude Bonelli.
Energia green in ambito domestico, quanto ne sappiamo?
Ospite in collegamento: Daniele Iudicone, esperto in energie rinnovabili
Pieno agosto, si sfiorano i 40° e moltissime città sono da bollino rosso ormai da settimane. Ma se tanti italiani sono saliti in macchina e sono pronti a refrigerarsi magari in mare o in montagna, sono anche tantissimi quelli che trascorreranno l’estate a casa.
Difficile tuttavia, se non impossibile, restare a casa senza accendere l’ormai immancabile condizionatore. È uno strumento presente quasi in ogni casa, una vera e propria salvezza con le temperature a cui stiamo assistendo nell’ultimo mese e mezzo: il 48,8% delle famiglie italiane ne possiede uno. Ma è altrettanto importante, se parliamo di consumi energetici, saper usare questo strumento nel modo corretto.
Una gestione responsabile, infatti, riduce la bolletta e soprattutto le emissioni di CO2. E allora come ridurre i consumi energetici e, in vista delle vacanze, minimizzare gli sprechi quando si parte?
“Innanzitutto diciamo che è sbagliato fare questo: rientrare a casa e azionare il condizionatore alla massima potenza, – ha spiegato Daniele Iudicone – chiaramente cerchiamo un refrigerio immediato, ma questo ci farà consumare tantissima energia. La cosa migliore da fare, invece, è impostare in modalità deumidificatore intorno anche ai 25°. Il deumidificatore toglie l’acqua presente nell’aria, che è poi quello che ci fa sentire maggiormente l’afa, dandoci la sensazione di sollievo”.
“Quando si parte invece – ha continuato Iudicone – è essenziale staccare dalla corrente il condizionatore perché comunque continua a consumare energia, anche se spento. Stessa cosa con i caricabatterie lasciati attaccati alle prese, in questo modo riduciamo i consumi e avremo una bolletta più leggera”.
Consigli utili che ben si inquadrano in quella rivoluzione energetica di cui si parla così spesso: ma in Italia a che punto siamo? Siamo pronti a diventare davvero più green? “Siamo prontissimi – ha sottolineato Iudicone – proprio perché ce lo permette la nostra posizione geografica. Qualcuno ha definito l’Italia l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili: siamo circondati dal mare, abbiamo un’ottima ventilazione e tanto sole. Tutte caratteristiche ci permettono di investire nel campo delle rinnovabili, è anche vero però che bisogna cambiare approccio e anche cultura”.
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