Definire Stanley Kubrick “regista” sarebbe riduttivo. Egli infatti, annoverato tra i grandi maestri del cinema del secondo novecento, studiò il settore del grande schermo in ogni suo aspetto più complesso. Dalla fotografia alla sceneggiatura, dal montaggio alla minuziosa creazione di effetti speciali.
kubrick, nato proprio oggi, 26 luglio di novantasei anni fa, entrò definitivamente nel complesso mondo artistico grazie alla fotografia, con la quale si mantenne gli studi di regia nell’Accademia di arte cinematografica. Attento, spietato, perfezionista, audace, esordì con Orizzonti di gloria nel 1957, seguito poi da Spartacus agli inizi degli anni sessanta. Il primo vero capolavoro fu però Lolita del 1962.
Lolita: dallo scandalo del romanzo di Nabokov allo scalpore cinematografico di Kubrick
Tra gli svariati aggettivi con i quali questo film fu definito dalla critica, surreale, divertente, terrificante e malinconico, sono quelli più significativi. Un Geniale simbolo di ibridismo. In una base narrativa drammatica e classica infatti, lo spietato Kubrick aggiunse una serie di contaminazioni che lo resero impossibile da identificare in un genere cinematografico ben preciso.
Il Dottor Stranamore: il conflitto nucleare e una nuova modalità espressiva
Prendendo anche qui, le mosse da un romanzo (“Red Alert” di Peter George), il regista spostò l’attenzione del pubblico su nuove tematiche che non persero tempo a generare altre, polemiche. Dopo un racconto incentrato sulla scabrosa relazione sessuale tra il Professor Humbert e Dolores in Lolita, la stupidità umana, la follia degli strateghi e il conflitto nucleare diventano protagonisti indiscussi di una nuova pellicola, satirica ma indimenticabilmente reale.
2001: Odissea nello Spazio, la fantascienza suggestiva conquista il Premio Oscar
Kubrick con questo film diventerà esponente non della storia del cinema fantascientifico, ma del cinema tout court. Il destino dell’umanità, il rapporto tra civiltà e tecnologia si intrecciano con un ipertecnicismo possente. Tutto ciò gli valse l’Oscar peri “migliori effetti speciali” e un posto intoccabile tra i colossi del grande schermo.
Il successo e la maniacale attenzione al dettaglio proseguono con Arancia meccanica nel 1971, Full Metal Jacket nel 1987 e tantissimi altri. Nel 1997 conquista a Venezia il Leone D’Oro alla carriera e due anni dopo morì di infarto. La sua eredità cinematografica sarà per sempre destinata a giocare un ruolo imponente e brillante.
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