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Nuovi poveri in aumento anche a Roma: l’esperienza delle mense francescane – Extra – Giovedi 21 dicembre 2023

Ci sono fenomeni di cui l’opinione pubblica si accorge soltanto quando le statistiche riescono ad attirare l’attenzione dei media. Ma a dire il vero basterebbe osservare con più attenzione la realtà attorno a noi, le strade e le piazze che attraversiamo di corsa tra un appuntamento e l’altro delle nostre giornate fitte di impegni e scadenze, per accorgersi di chi vive in condizioni di difficoltà e rischia di scivolare in un baratro di disperazione e solitudine: accade ogni giorno a Roma e succede anche in questo periodo in cui le strade sono addobbate a festa per le festività natalizie.

In questa puntata di Extra, però, non parliamo di clochard e senzatetto, figure che in modo iconico vengono associate agli effetti della povertà nella capitale. Oggi parliamo di una povertà diversa, meno eclatante ma proprio per questo più insidiosa per la tenuta socio-economica italiana: i nuovi poveri che molte indagini statistiche fotografano come emergenti sono coloro che non riescono ad arrivare a fine mese anche se, magari, hanno un reddito garantito.

Un tempo la discriminante era proprio la disponibilità di un lavoro: magari non si conduceva una vita da nababbi ma il fatto di poter contare su uno stipendio mensile era già di per sè garanzia di riuscire ad evitare le acque limacciose dell’indigenza, come insegna l’Italia degli anni ’60 e ’70 dove le famiglie monoreddito erano la norma e riuscivano a garantirsi un dignitoso benessere. Oggi non è più possibile e sempre più spesso anche due entrate economiche non bastano a evitare rinunce e sacrifici.

Il Covid, le ultime crisi internazionali e le speculazioni finanziarie che hanno acceso la corsa dell’inflazione hanno fatto il resto: dal 2020 ad oggi la povertà è cresciuta a dismisura, inghiottendo anche quella fetta di popolazione che un tempo avrebbe potuto vivere dignitosamente e che oggi rischia di andare in crisi di fronte ad una spesa importante ma imprevista. Lo confermano, a proposito di statistiche, i dati di Istat e Caritas che partendo da punti di osservazione differenti negli ultimi tempi hanno misurato l’aumento delle persone che vivono in povertà assoluta: oggi sono oltre 5 milioni e 600mila e spesso faticano davvero a mettere in tavola pranzo e cena.

Anche Roma non fa eccezione e la conferma, in questo caso, arriva da un osservatorio privilegiato come le mense che contribuiscono a “Operazione Pane“, la grande operazione che in 20 mense sparse in tutta Italia garantisce un pasto caldo a chi ne ha bisogno: se a livello nazionale le persone assistite nel corso del 2023 sono state oltre 10mila, solo nella Capitale i pasti serviti nei primi dieci mesi di quest’anno sono stati oltre 65 mila.

Numeri impressionanti e, appunto, in drammatica crescita. Nel Lazio l’iniziativa promossa dalle mense francescane si svolge in due mense, entrambe a Roma: una al Convento San Francesco a Ripa, l’altra a via Merulana presso le Opere Antoniane con una media di 3.300 pasti al mese nel primo caso e 3.200 pasti nel secondo.

Al Convento i beneficiari della mensa ricevono anche alloggio, oltre a servizi di orientamento al lavoro, formazione professionale, assistenza sanitaria e legale mentre a via Merulana c’è anche un servizio medico: servizi essenziali, ai quali i promotori affiancano un centro di ascolto e un servizio di supporto alle famiglie in difficoltà attraverso la distribuzione di pacchi alimentari e di sostegno economico per il pagamento delle utenze.

Un impegno quotidiano che tanti volontari svolgono in silenzio e con grande dedizione ma che purtroppo non basta ad alleviare la situazione di disagio che sempre più persone si trovano a vivere con l’aggravarsi della crisi economica. Lo conferma anche Frate Antonino Clemenza, direttore della mensa di Roma Merulana, che ospite di Claudio Micalizio racconta la missione di quanti operano al servizio delle frange più fragili della popolazione.

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