La caccia ai pedofili on line ha prodotto i suoi frutti: l’operazione è durata sei mesi e ha consentito di arrestare 28 persone (una nella Capitale) e di denunciarne altre 23. Fra loro alcuni16enni e dei pensionati. Nelle loro abitazioni sono stati trovati smartphone con i quali si tenevano in contatto con il resto dell’organizzazione scambiandosi foto e video di abusi sessuali su minorenni, anche bambini, prodotti all’estero. Un traffico che gli investigatori del Cncpo, il Centro nazionale per il Contrasto alla pedopornografia online, considerano molto ingente. Sotto sequestro migliaia di contenuti da parte della polizia postale, che ha fatto un brillante lavoro per circa sei mesi, infiltrandosi tra i profili di una cinquantina di pedofili. Gli agenti hanno preso il posto di un pedofilo arrestato a Roma nei mesi scorsi, utilizzando il suo nick name, senza cambiare il suo modo di comunicare per non insospettire gli amministratori delle chat. E alla fine sono riusciti a ricostruire tutto questo giro, che ha smascherato anche tre romani: uno è stato arrestato, gli altri due denunciati.