A quattro giorni dall’incendio che la notte dell’otto dicembre ha devastato l’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, facendo morire tre pazienti, ancora non è chiaro come sia partito il rogo. Ma soprattutto cosa abbia preso fuoco. Non è passato inosservato quel dettaglio della relazione dei vigili del fuoco: resti di medicinali, rifiuti speciali e ospedalieri. Ma anche gli imballaggi e i contenitori del cibo che viene distribuito ai pazienti. Montagne di confezioni, cellophane, e materiali infiammabili di ogni tipo che avrebbero fatto divampare le fiamme in pochi minuti. E poi c’è il mistero dei sacchi gialli, che in tanti giurano di aver visto più volte accatastati proprio nel punto in cui sarebbe partito l’incendio. Sono diverse infatti le aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti all’interno dell’ospedale. E non si esclude che la quantità maggiore lasciata a terra nel cortile dell’ospedale sia stata causata proprio dal ponte dell’Immacolata. La procura di Tivoli inoltre vuole anche capire se l’area individuata per lo stoccaggio fosse corretta e integrata con il sistema anti incendio dell’ospedale.