La tragedia di Giulia Cecchettin, la 22 enne originaria della provincia di Padova uccisa dal suo ex fidanzato che poi è fuggito per giorni, riaccende il dibattito sul femminicidio e sulla violenza di genere ma anche, a sorpresa, di come anche le nuove generazioni siano vittima di comportamernti violenti che affondando le radici in ambiti socioculturali del passato che molti ritenevano potessere essere superati dalle nuove generazioni. In realtà non è così, se è vero che anche i giovani non sono affatto immuni da gelosie e amori tossici.
E’ solo l’ultimo tassello di un puzzle che da tempo sta evidenziando tutte le fragilità che oggi affliggono le nuove generazioni e qualche giorno fa è arrivata – se possibile – l’ennesima riprova con uno studio condotto da Telefono Azzurro, l’organizzazione che da 36 anni rappresenta la prima linea dell’assistenza per l’infanzia maltrattata: secondo la ricerca il 21% dei giovani si sente costantemente in ansia ma un ragazzo su tre “si vergogna” di chiedere aiuto ai propri cari, in famiglia o nella cerchia delle amicizie, e ancora meno ha il coraggio di ricolgersi ad un esperto di salute mentale.
Come stanno i nostri bambini e i nostri adolescenti? La domanda è solo in apparenza banale e forse le famiglie dovrebbero porsela un po’ più spesso, al di là dei convenevoli che si scambiano troppo velocemente quando ci si incrocia a tavola. Perché i dati diffusi da Telefono Azzurro, in occasione dell’ultima giornata dell’infanzia e dell’adolescenza, rischiano di essere pericolosamente sottostimati dal momento che si riferiscono alle richieste di auto che giungono ogni giorno al centralino dell’associazione che da decenni è un punto di riferimento per i bambini in difficoltà. Ma poiché anche trovare la forza di chiamare per chiedere aiuto deve essere tanta, gli esperti temono che questi dati siano solo la punta dell’iceberg.
Il trend però è in crescita e se da una parte è sbagliato generalizzare sulle cause, almeno un fattore acceleratore è già stato individuato: l’utilizzo sempre più massiccio e pervasivo delle tecnologie digitali, che evidentemente non comporta solo una trasformazione nel modo di comunicare ma anche un impatto sulla salute mentale di tutti, adulti ma appunto pure i giovanissimi. Il quadro che emerge è che i ragazzi di oggi sono fragili e quando trovano il coraggio di chiamare per chiedere aiuto, snocciolano tutti le stesse sensazioni: si sentono costantemente sotto stress, in ansia, ma non hanno nessuno in grado di ascoltarli e di capirli anche perché vivono un altro aspetto con angoscia e, cioè, l’idea di doverne parlare con uno psicologo perché si vergognano e temono di essere giudicati.
In questo silenzio, bambini e adolescenti si costruiscono una gabbia di solitudine che spesso nei casi più gravi sfocia anche in comportamenti autolesionistici o in disturbi come anoressia e bulimia ma che nella quotidianità spinge questi giovani verso una tempesta di sentimenti che vanno dall’ansia alla paura del futuro, da senso di inadeguatezza alla paura di non essere compresi.
A questo quadro così preoccupante, dedichiamo la puntata odierna di Extra: in collegamento con Claudio Micalizio, c’è il fondatore e presidenre di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, che ci aiuterà a capire cosa alberga nell’animo dei nostri giovani e come provare ad aiutarli.